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La sala dedicata agli artisti feltrini del '900
L’8 agosto 2009 è stata inaugurata all’ultimo piano della Galleria d’arte moderna “Carlo Rizzarda” una sala dedicata agli artisti feltrini del ‘900.
Essa intende offrire, attraverso una trentina di opere, una testimonianza delle più significative tendenze espressive che hanno caratterizzato la temperie culturale di Feltre nel corso della grande stagione del ‘900.
Stimoli diversi erano offerti dagli artisti operanti in città, ma anche da coloro che da essa si erano allontanati alla ricerca di nuove strade.
LA SALA
Il più dotato allievo di Luigi Cima, Toni Piccolotto, continuava ad esprimersi nel solco della tradizione ottocentesca, ma era aperto alle suggestioni che gli derivavano dal rapporto con pittori trevigiani e veneziani.
Romano Ocri era partito alla volta di Firenze (1921 – 1930) e Venezia (1930), studiandovi la grande pittura del Trecento e del Quattrocento ed elaborando un neo umanesimo intriso di poesia, fatto di evanescenti figure femminili e paesaggi incantati, tra sogno e realtà, ma spesso tornava nella terra d’origine.
Così Walter Resentera si era trasferito ventenne a Milano e, allievo di Marcello Dudovich, aveva acquistato fama nel mondo dei manifesti pubblicitari e dell’illustrazione.
Attilio Corsetti a Feltre era nato e vi aveva operato, ricevendo nel 1941 l’incarico di restaurare gli affreschi della Sala degli Stemmi nel Palazzo pretorio, ma, dopo la liberazione, si era trapiantato definitivamente a Torino.
Renzo Biasion si era accostato giovanissimo all’arte nelle sale del Caffè Grande gestito dai genitori, dove esponevano gli artisti locali più rinomati. Lavorando a Bologna e Firenze si era poi fatto conoscere come pittore figurativo di paesaggi urbani, incisore, disegnatore e scrittore, autore, tra l’altro, del bestseller Sagapò.
Giovanni Pivetta si era recato quindicenne a Venezia (1932) per compiervi gli studi artistici. In laguna incontrò la pittura di luce e colore che divenne dominante della sua produzione. Negli anni Trenta, come assistente di Mario De Luigi, lavorò a fianco di Resentera nella decorazione della Birreria Pedavena.
Alla fine del 1938 era giunto in città dal capoluogo meneghino Bruno Milano, allievo di Arturo Tosi, che con la sua personalità innovatrice e carismatica divenne la figura di riferimento del gruppo che, nell’estate del 1945, iniziò a incontrarsi in una saletta del Caffè Mimiola sul centrale largo Castaldi.
Il locale divenne luogo di confronto, fucina di idee da cui scaturivano estemporanei schizzi, disegni, appunti. Vi si trovavano, oltre a Milano e Piccolotto, Gianpiero Fachin, Rino D’Ambros, Tancredi Parmeggiani, con il più giovane fratello Romano e, talvolta, Vittore Bonsembiante.
Figurativi furono gli esordi di Rino D’Ambros e Gianpiero Fachin. Il primo si espresse in seguito con una pittura spazialista imperniata su geometria e colore e proseguì il suo percorso a Cavarzere e a Roma. Il secondo mantenne Feltre baricentro della propria attività e, attraverso esperienze diverse, approdò all’astrazione come mezzo di ricerca del reale. Fachin fu legato da stretta amicizia e condivise lo studio in via Paradiso con Tancredi. Spostamenti continui – Venezia, Milano, Parigi, Roma – e un’inesausta, inappagabile sete di sperimentazione caratterizzarono il grande astro di Tancredi che, come noto, assurse a notorietà internazionale.
Vittore Bonsembiante, pur privo di basi accademiche, si fece interprete di una pittura di emozione che, partendo da Vincent Van Gogh, rivela la conoscenza dei Fauves e dell’Espressionismo tedesco.
Una forte componente espressionistica connota anche l’arte di Renato Soppelsa che, nelle possenti sculture lignee a basso rilevo e a tutto tondo, ritrae prevalentemente corpi femminili, crocifissioni, volti e gruppi umani.
Alla fine degli anni ‘40 le riunioni del Caffè Mimiola si diradarono fino a cessare. Il luogo di incontri e mostre divenne allora una sala della trattoria “Al Sole”. Si affacciarono sulla scena personalità nuove come quella di Francesco Guerra, orientato verso le avanguardie storiche, interprete della lezione cubista e espressionista e, in seguito, di geometrie ispirate a Klee e Mondrian.
Gianni Palminteri, che solo di rado si unì al gruppo, si spostò a Venezia per frequentare i Corsi Liberi del Nudo dell’Accademia e avviò un percorso artistico di estrema, metamorfica indipendenza. Dai grandi Tuffi in bianco e nero passò alle larghe, coloratissime campiture e ai grovigli pulsanti su brani di tela degli Ambienti e, dai paesaggi collinari realizzati ad olio su un intonaco di sua invenzione, giunse alla sintesi dei Naturazionali.
Gli insegnamenti di Bruno Milano e Gianni Palminteri hanno contribuito, infine, a plasmare la personalità artistica di Addis Pugliese che dalla nativa Feltre si trasferì a Latina e qui divenne sensibile interprete del paesaggio dell’Agro Pontino.
gallery
Contatti
via Paradiso, 8 – 32032 Feltre (BL)
M: museo@comune.feltre.bl.it
Conservatore: t.casagrande@comune.feltre.bl.it
T: 0439 885215/242 (Ufficio Musei, Direzione Musei e informazioni amministrative)
T: 0439 885234 (solo in orario di apertura della Galleria)
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