Torri del Castello

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Torre dell’orologio

La Torre dell’Orologio era l’antico accesso al Castello di Feltre, la fortezza simbolo della città arroccata nel punto più alto del Colle su cui sorge la cittadella storica.

Risale forse agli anni Venti del Trecento, periodo nel quale fu collocata anche la lapide posta sulla torre, sul fronte verso la Chiesa dedicata a San Rocco e a San Sebastiano. Proprio presso quella lapide si intravvedono ancora i segni della porta carraia affiancata da un accesso pedonale, entrambi poi tamponati.

Era da qui che si accedeva al castello, dopo aver superato forse un ponte levatoio. Oggi possiamo solo immaginare questa complessa struttura difensiva, preesistente alla Chiesa che affianca visivamente la torre e alla Fontane Lombardesche.

Per aiutarci a capire come doveva essere la città e come poi si trasformò c’è una “finestra del tempo” all’interno della torre, da cui è possibile assistere alla ricostruzione virtuale delle trasformazioni subite dal castello e da Piazza Maggiore.

 

La torre del Campanon

La Torre del Campanon domina con la sua mole di circa 34 metri d’altezza la sommità del Colle delle Capre. La sua fondazione è riconducibile all’epoca tardo romanica, corrispondente alla prima fase costruttiva, dal basamento all’altezza di circa 19 metri, caratterizzata dall’uso di pietre bianche e rosa e da aperture ad arco. La seconda fase, riconducibile al periodo tardo medievale, è connotata dall’uso di pietra arenaria e aperture architravate. Essa potrebbe essere conseguente ai dissesti causati dal terremoto del 25 gennaio 1348 che provocò ingenti danni a Feltre e nell’Italia Nord-Orientale.

Il complesso fortificato dovette subire interventi di restauro nel 1406, sotto il governo di Francesco Foscari. Lo storico Antonio Cambruzzi ricorda che lo stesso rettore, sorvegliando l’andamento dei lavori, scivolò dall’impalcatura, precipitando «su un pezzo di muro fatto a fresco», ma restò illeso grazie all’intercessione dei Santi patroni Vittore e Corona. L’episodio è istoriato in una lunetta seicentesca affrescata nel chiostro del Santuario di San Vittore, che effigia anche il complesso del castello.

La terza fase, risalente alla seconda metà del XVI secolo, corrisponde alla sopraelevazione fino al livello attuale che ha inglobato la merlatura ghibellina. Le murature furono riparate dopo il crollo delle campane a seguito di un violentissimo temporale nel 1579, narrato dal Cambruzzi, che causò lo sfondamento delle strutture lignee, dei solai e delle scale. In questa occasione furono rifatte le campane, delle quali la maggiore «accresciuta di 800 libbre» fu collocata sulla torre del castello, mentre la minore fu posta sulla Torre dell’Orologio.

Nel 1676 la grande campana del peso di 3600 libbre fu sostituita con l’attuale di 3800 libbre, realizzata da Antonio Trabucchi di Bormio, come attestano data e nome incisi nel bronzo. Essa fu la sola non requisita dalle truppe austro ungariche durante l’invasione del 1917-18.

Con il venir meno della funzione strategica e difensiva del castello, culminata con la soppressione dell’incarico del castellano nel 1589, la Torre del Campanon ha assunto per la città una funzione simbolica con il solo scopo di avvisare la cittadinanza di incendi o situazioni di pericolo o chiamare a raccolta in particolari circostanze.

Il restauro conservativo delle strutture lignee interne, terminato nell’agosto 2021, e la messa in sicurezza di un percorso permettono ora di raggiungere la sommità della Torre dalla quale è possibile dominare con lo sguardo l’intera vallata feltrina.

Orario di Apertura

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