La storia del Museo civico e delle sue collezioni
Un forte impulso alla sua creazione del Museo civico, nel clima post unitario di attenzione alle memorie patrie, venne dato dallo storico feltrino don Antonio Vecellio e dalla nobildonna Antonietta Guarnieri Dal Covolo che donò il primo nucleo di materiale eterogeneo, soprattutto dipinti, manufatti d’arte popolare, di artigianato religioso e cimeli risorgimentali. Numerosi cittadini, accogliendo l’invito del sindaco Ferruccio Bonsembiante, conferirono oggetti e documenti. La raccolta, inizialmente collocata nella Sala detta del Maggior Consiglio del palladiano Palazzo della Ragione, fu inaugurata il 20 settembre 1903.
Nel 1922 la collezione trovò una nuova, più ampia sede, nel cinquecentesco Palazzo Villabruna. L’edificio, acquistato dal Comune di Feltre dai fratelli Francesco e Giacomo Villabruna, grazie ad un contributo ministeriale, «aveva una rilevanza storica precisa, poiché era stato ricostruito dopo le distruzioni cambraiche (1509 -1510) su preesistenze tardo gotiche», risultate ancora più evidenti a seguito dei recenti lavori di ristrutturazione. I lavori di restauro furono curati dall’arch. Alberto Alpago-Novello, il quale cercò di mettere in rilievo le diverse impronte lasciate dal succedersi delle epoche, senza uniformare la struttura ad un unico stile.
Nel 1924 il Museo aveva avuto in deposito per 99 anni la raccolta che il conte Jacopo Dei, nel 1845, aveva lasciato in eredità al Seminario Vescovile di Feltre. La pinacoteca si era arricchita nel 1927 di due importanti opere d’arte, concesse in deposito dalla Soprintendenza alle Gallerie di Venezia: la pala di Cima da Conegliano Madonna con il Bambino, San Vittore e San Dionisio della Parrocchiale di Zermen, acquistata dallo Stato nel 1898, e la Madonna con il Bambino tra San Vito e San Modesto di Lorenzo Luzzo, trafugata nel 1910 dalla Parrocchiale di Caupo e recuperata due anni dopo.
Il Museo, allestito da Alberto Alpago-Novello, con la collaborazione di Guido Assereto e Mario Gaggia, fu inaugurato nel 1928. «La disposizione delle opere non fu ordinata secondo canoni esclusivamente estetici, bensì proponendo una ricostruzione storico – artistico – antropologica della casa feltrina» nei secoli. Nel corso dei decenni il museo ha visto affluire nelle sue sale altre opere, manufatti d’arte popolare e mobili di pregio.
Grazie all’intervento del senatore Achille Gaggia e con il contributo del Comune, la sede fu ampliata, annettendo negli anni 1944-52 altre sale ricavate da un edificio adiacente Palazzo Villabruna. L’incremento delle collezioni richiese inoltre un nuovo ordinamento affidato nel 1952, per la parte archeologica alla dottoressa Giulia Fogolari, ispettrice della Soprintendenza alle Antichità delle Venezie e, per le altre raccolte, a Francesco Valcanover, ispettore della Soprintendenza alle Gallerie ed Opere d’Arte di Venezia.
Durante i lavori di allestimento, conclusi nel 1954, pervennero nel museo alcune opere che contribuirono a connotare il museo. La Madonna del Rosario del pittore feltrino settecentesco Girolamo Turro, fu destinata al Museo da Antonio Celli nelle disposizioni testamentarie del 28 febbraio 1953. La Madonna col Bambino tra San Giuseppe e San Giovannino di Francesco Maffei venne concessa in deposito nel 1954 dal Capitolo della Cattedrale. L’affresco staccato a massello da palazzo Muffoni – Bizzarini effigiante la Madonna col Bambino di Lorenzo Luzzo venne donato dalla signora Antonietta Bizzarini vedova Santinello nel 1954. Infine il cosiddetto Manto di Carlo IV pervenne in deposito, a seguito di una vicenda rocambolesca, il 16 giugno 1953, dopo una ventennale esposizione alla Ca’ d’Oro. Nel 1957 il Comune acquistò la Madonna con Bambino tra Santa Caterina e un Santo Vescovo di Pietro de Marascalchi.
Gli anni a seguire portarono uno stillicidio di acquisizioni di modesta entità che testimoniano tuttavia il legame della cittadinanza con il museo. Di qualche importanza per l’ampiezza e i contenuti i lasciti del 1974: quello di Adelina Berton e Giulia Villabruna. Il primo comprende argenteria, mobilio, ceramiche, pregevoli elementi tessili orientali. Il secondo, oltre ai mobili, tra i quali cassettoni del ‘600 e un badalone dell’800, un messale miniato del ‘600, una statua a mezzo busto di Domenico Carli effigiante la contessa Luigia Rusconi Villabruna e un ritratto ottocentesco di Anna Villabruna, madre di Jacopo Dei, opera di Carlo Bevilacqua. Nel 1988 fece il suo ingresso tra le mura di palazzo Villabruna il piccolo Crocifisso in avorio di Francesco Terilli acquistato grazie al finanziamento della Comunità Montana Feltrina e della Cassa di Risparmio di Verona, Vicenza e Belluno. Nel 2001 Maria Zadra lasciò in legato tre tele del pittore feltrino Girolamo Turro, l’Adorazione dei Magi, Idolatria di Salomone e Cena in casa del Fariseo, provenienti dalla collezione Sandi, numerosi albarelli da farmacia e mobilio.
Nel 2021 hanno fatto il loro ingresso nel Museo, per legato testamentario, due dipinti di impronta caravaggesca, appartenenti alla collezione Maria Vittoria Curto – Marcello Ranieri: Cristo coronato di spine di Heindrick Terbrugghen e San Vincenzo di Saragozza di Giovanni Battista Caracciolo.
La ristrutturazione del piano terra del Museo civico, grazie al Programma di Cooperazione Transfrontaliera Interreg V-A Italia-Austria 2014/2020 – Progetto ITAT2007- Hereditas Virtual Via Claudia Augusta, con la realizzazione e l’allestimento di sette nuove sale, alcune ricavate da ambienti diversamente utilizzati, ha portato all’inaugurazione della nuova sezione archeologica il 29 aprile 2022. Nei nuovi ambienti, oltre ai reperti già conservati nel Museo, sono stati adeguatamente esposti con progetto allestitivo diell’arch. Giovanni Vio, numerosi beni che appartengono alla storia dell’archeologia feltrina: dalla monumentale statua di Esculapio ai capitelli ionico italici in pietra tenera di Vicenza rinvenuti in via Cornarotta.
Contatti
via Lorenzo Luzzo, 23 – 32032 Feltre (BL)
M: museo@comune.feltre.bl.it
Conservatore: t.casagrande@comune.feltre.bl.it
T: +39 0439 885215/242 (Ufficio Musei, Direzione Musei e informazioni amministrative)
T: 0439 885241 (solo in orario di apertura del Museo)
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