Parco della Rimembranza

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Il Parco della Rimembranza da “brolo di San Pietro” alla distruzione di Vaia

Dal XVII secolo all'edificazione delle Scuole elementari

visit feltre particolare

L’attuale Parco della Rimembranza era in passato una pertinenza del Monastero di San Pietro in Vincoli, edificato sull’area dell’antico vescovado di Feltre, occupato dalle monache dell’Ordine di Santa Monica, sotto la Regola di Sant’Agostino.
Le religiose, dopo aver costruito nel 1633 un coro sulla pubblica via, nel 1641 acquistarono il prato di «Zuanne Bellato», ovvero Giovanni Bellati, e alcune case della contrada Nassa e nel 1645, mentre era badessa suor Placita Angeli, iniziarono a circondare il brolo da muri.

Nella Storia di Feltre di Padre Antonio Cambruzzi si legge:
«Cinsero poi di muri il prato, il quale verso mezzogiorno, mediante la strada confina col cimitero e col brolo di Santa Maria del Prato, e a sera confina col Monastero di Santa Chiara, ma fra l’uno e l’altro resta aperta una strada per la quale si passa dal Duomo alla chiesa della Madonna suddetta; e a mattina rasenta la strada che dal bersaglio conduce ai mulini».

Don Antonio Vecellio aggiungeva:
«Il brolo stesso occupa una considerevole estensione, e forma uno stupendo quadrato, che vinceva e per postura e per ampiezza tutti gli altri dei conventi di Feltre, che pure non mancavano di belle attrattive».

Rese abitabili le case acquistate, adattato il prato a «monastica clausura» e ricavato un accesso per mezzo di una volta con un passaggio coperto dall’antico monastero alle abitazioni, per intercessione del podestà Marco Malipiero, le religiose ottennero dal vescovo Bartolomeo Gera la facoltà di passare nella fabbrica nuova. La clausura venne dichiarata martedì 13 aprile 1666.
Il 29 settembre 1806 le monache agostiniane di San Pietro in Vincoli vennero spostate nel vicino monastero di Santa Chiara.
Il convento abbandonato dalle religiose venne spogliato e in esso il governo napoleonico istituì il Tribunale di Prima Istanza.
Dal 20 maggio 1838 vi trovò posto un Asilo infantile che rimase attivo per circa dieci anni.
L’edificio divenne proprietà del direttore Antonio Maierotti e, acquistato nel 1893 da monsignor Giovanni De Biasi, divenne istituto canossiano.

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Il vasto “Brolo di San Pietro” con le annesse abitazioni fin dal tempo della dominazione napoleonica erano divenuti proprietà del nobile dott. Girolamo Rossi.
Il lotto venne venduto al Comune di Feltre con atto privato datato 18 dicembre 1909 da un discendente di quest’ultimo, suo omonimo, tenente colonnello di cavalleria e direttore amministrativo dell’ospedale, che si riservò l’usufrutto su una porzione del podere.
Case e terreni erano descritti: «Formanti un solo corpo cinto di muro che tra confini mattina strada dell’Aurich, mezzogiorno vecchia strada nazionale di San Paolo, sera strada che da Piazza del Duomo conduce alla Stazione e Trento e settentrione contrada di Nassa».

Nella parte a nord del terreno della superficie di 12.000 metri quadrati il Comune edificò le scuole elementari.
Il progetto redatto dall’ingegnere capo comunale Luigi Rasi nel 1910 prevedeva la costruzione di un moderno edificio di 20 aule, portate poi a 22, in un fabbricato di tre piani più seminterrato composto da un corpo principale e ali laterali. Nella zona ad ovest era ospitata la sezione maschile, mentre quella femminile, dotata di una grande aula per «lavori donneschi», trovò posto ad est.
Il seminterrato era destinato principalmente alla refezione scolastica, ma disponeva anche di docce, magazzini e locali di disbrigo.
I lavori, affidati alla ditta Giuseppe D’Alberto di Feltre, si conclusero alla metà di settembre 1912.
Nel giugno dello stesso anno il Consiglio comunale aveva deliberato la sistemazione del piazzale dell’edificio scolastico, parte ridotto a cortile e parte a giardino inglese circondato da doppia fila di alberi ombrelliferi.
Si decise di abbattere il muro di cinta e di erigere al suo posto una rete metallica provvisoria, «sostituita poi da una siepe d’oppio (acero campestre) intersecata da cancelli».
L’attività didattica nel nuovo edificio ebbe inizio il 18 novembre 1912.

La Prima Guerra mondiale e l'intitolazione a Parco della Rimembranza

Dopo l’entrata in guerra dell’Italia il 24 maggio 1915, Feltre divenne sede di smistamento del XVIII Corpo d’Armata italiano, impegnato nel settore di Passo Rolle e fu soggetta a un incessante traffico di truppe e materiali. La disfatta di Caporetto (24 ottobre 1917) causò l’arretramento della linea del fronte. La ritirata iniziò il 4 novembre e il 9 furono evacuate le conche del Primiero e del Tesino. L’esodo da Feltre di circa la metà dei cittadini, la maggior parte dei quali riparò in Toscana con il municipio, era iniziato dal 3 novembre e dal 10, con la partenza dell’ultimo treno, i territori in procinto di essere invasi furono isolati. Il 12 novembre 1917 le truppe austro-ungariche e germaniche occuparono la città. Iniziò così il drammatico periodo passato alla storia come «an de la fan» (anno della fame), caratterizzato da soprusi, requisizioni, privazioni, drammatiche condizioni igienico sanitarie e un notevolissimo incremento dei decessi. Molti furono i feriti ricoverati nell’Ospedale civile e in quelli militari ricavati in edifici del territorio. Durante il conflitto le scuole elementari furono adibite a ricovero per i profughi e ad ospedale. Si ha notizia inoltre che, sul retro, una baracca dipinta a calce bianca fungeva da obitorio. L’occupazione ebbe termine quando, dopo durissime battaglie e la riconquista palmo a palmo delle posizioni strategiche da parte degli italiani, l’esercito austro-ungarico iniziò a ritirarsi e il 31 ottobre 1918 gli alpini dei battaglioni “Monte Pelmo”, “Exilles” e “Pieve di Cadore” entrarono a Feltre. La città fu insignita della Medaglia di Bronzo al Valor Militare. «Durante un anno di dura dominazione nemica – recita la motivazione – la forte popolazione feltrina dette prova di alto spirito di sacrificio nel sopportare fieramente inaudite sofferenze, mai disperando della Patria.» Notevole fu il tributo di sangue versato sui campi di battaglia. Il 16 settembre 1923 fu inaugurato il Monumento ai Caduti con la scultura bronzea di Annibale De Lotto, completata poi dalle Aquile in ferro battuto di Carlo Rizzarda. Con Circolare del 27 dicembre 1922 emanata dal Sottosegretario al Ministero dell’Istruzione, onorevole Dario Lupi, vennero sollecitati tutti i Provveditori agli Studi affinché «le scolaresche d’Italia si facciano iniziatrici dell’attuazione di una idea nobilissima e pietosa: quella di creare in ogni città, in ogni paese, in ogni borgata, la Strada o il Parco della Rimembranza. Per ogni caduto nella grande guerra, dovrà essere piantato un albero». Il Ministero dell’istruzione dispose apposite norme sugli aspetti formali e procedurali necessari per la realizzazione. A Feltre venne piantata un’ottantina di alberi in ricordo di altrettanti caduti indicati ciascuno da una targhetta. Il Parco della Rimembranza venne inaugurato il 24 maggio 1924 in occasione dell’Anniversario dell’entrata in guerra, all’interno di una più ampia manifestazione comprendente anche l’inaugurazione dei gagliardetti dei Balilla, degli Avanguardisti, dei Ferrovieri e del Sindacato commercianti, del Battaglione volontari “Feltre” e la deposizione di una corona di fiori ai piedi del Monumento ai Caduti. L’evento è documentato da un manifesto tricolore firmato dal podestà di Feltre Bortolo Bellati. Nel novembre 1934 i busti in bronzo di Vittorio Emanuele II e di Garibaldi, opera dello scultore veneziano Emilio Marsili, posti in precedenza sul demolito monumento che si trovava davanti alla stazione ferroviaria vennero collocati nel Parco, davanti alla Scuola elementare. Nello stesso anno venne costruito l’ingresso al Parco affidando la realizzazione del cancello in ferro battuto alla ditta Celli – Velo, costituita il 2 gennaio 1922 da Ermenegildo Celli e Aurelio Velo, entrambi apprendisti presso Carlo Rizzarda. In seguito, il Parco ha svolto prevalentemente la funzione di giardino pubblico, dove nel 1999 è stato collocato il monumento ai Caduti del 7° Reggimento Alpini e del Battaglione Alpini “Feltre”. Ideato da Carlo D’alberto, è composto da un cippo marmoreo e da un busto in bronzo avente le sembianze di Francesco Cecchet, opera dello scultore feltrino Primo Cecchet.

La distruzione di Vaia

Tra il 27 e il 30 ottobre 2018 nel nord est della Penisola, e, in particolare nell’area montana delle Dolomiti e delle Prealpi Venete, si è abbattuto un evento meteorologico estremo, con venti che hanno raggiunto la velocità uragano, e piogge persistenti. Il fortissimo vento caldo di scirocco, soffiando tra i 100 e i 200 km/h per diverse ore, ha provocato lo schianto al suolo di milioni di alberi, con la conseguente distruzione di decine di migliaia di ettari di foreste alpine di conifere. La tempesta Vaia ha imperversato massicciamente nel Feltrino arrecando il maggior danno in area urbana. Sono stati abbattuti un migliaio di alberi, corrispondenti a 6,3 alberi per ettaro, una quantità molto rilevante in un luogo urbanizzato. Vaia ha cambiato il volto della città, colpendo duramente il Parco della Rimembranza, il Bosco Drio le Rive, denudando dalla vegetazione il versante nord del Colle delle Capre e i viali alberati di via Achille Gaggia e della Culliada. Nel solo Parco della Rimembranza sono stati abbattuti 99 alberi di alto fusto, prevalentemente ippocastani, querce e un tiglio. Sono stati danneggiati in più punti la recinzione, gli arredi e i giochi dalla caduta degli alberi, il manto erboso dallo sradicamento degli alberi, danneggiata l’illuminazione pubblica, pali e corpi illuminanti. Subito dopo il disastro la Protezione Civile e il Comune di Feltre, per mezzo di ditte specializzate, si sono attivati per rimuovere gli alberi abbattuti, garantendo la sicurezza e la viabilità. L’Associazione Nazionale Alpini, oltre a mettere a disposizione i propri volontari di Protezione Civile, ha avanzato proposte all’Amministrazione comunale per la riqualificazione del parco, promuovendo inoltre una raccolta fondi che ha ottenuto contributi a livello locale e nazionale. Oggi il Parco della Rimembranza è di nuovo aperto al pubblico mentre è in essere un percorso partecipativo per la rigenerazione dell’area e del patrimonio arboreo urbano. È stato conferito l’incarico professionale per la progettazione preliminare, definitiva/esecutiva dell’intervento di riqualificazione del Parco della Rimembranza volto a recuperare l’area, nell’evoluzione storica e nello spirito dell’originaria istituzione del sito, con l’obiettivo di consolidare il legame con la vicina scuola elementare. Torneranno ad essere piantati gli alberi e il Parco tornerà ad essere un luogo della memoria e uno spazio sociale di incontro della cittadinanza. Un luogo dove celebrare il valore inestimabile della vita di ognuno. Quella vita che le vittime della guerra non hanno più potuto vivere. Un luogo dove riflettere sulla necessità di tornare a collaborare con la natura, come il monito di Vaia ci insegna.

La brochure

Come Arrivare

Logo Anniversari Nazionali e Partecipazione Giovanile Rettangolare
regione veneto
comune di feltre

Iniziativa finanziata nell’ambito dell’Accordo tra Presidenza del Consiglio dei Ministri e Regione del Veneto per la valorizzazione dei territori colpiti dall’Evento Vaia in memoria della Grande Guerra.

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