Il mito del potere
Democrazia e emergenza, virus e democrazia
Ezio Mauro
Venerdì 19 novembre, ore 20.30 - Auditorium Istituto Canossiano
Ciò che è bene per l’azienda è bene per il paese. Questa persuasione non è solo degli uomini d’azienda, ma anche dei politici che, a partire dal basso livello cui hanno ridotto la loro funzione, non esitano a parlare ad esempio dell’azienda Italia e in subordine di azienda sanitaria e azienda scolastica, non rendendosi minimamente conto che dire “azienda” significa risolvere l’agire politico nel fare tecnico, e ridurre l’arte di governare i conflitti, che nelle società complesse si fanno sempre più sofisticati e sottili per sguardi opachi, all’uso dei due soli strumenti di cui il fare tecnico dispone: l’efficienza e la competenza specialistica.
Umberto Galimberti
La modernità ci ha abituato a guardare alla morte come a un evento insensato, incongruo. Invece un agente patogeno sconosciuto ci ha costretto a fare ogni giorno proprio il calcolo più elementare, quello tra chi vive e chi muore. Ma ogni diagramma, ogni conteggio che sembra possa svelarci il segreto della sventura, in realtà è doppio, parla di lui e di noi, e il saldo è la quantità della nostra paura quotidiana.
Per scampare al male ci siamo nascosti, mettendoci al riparo, abbandonando le relazioni sociali per imprigionarci tra le mura di casa. Intanto un secondo contagio, invisibile, stava dilagando silenziosamente, e nessuno sa ancora quante vittime farà: è un contagio che trasferisce la paura e l’emergenza dalla salute all’organizzazione sociale.
Il virus sembra rendere inadeguato ciò che fino a ieri ritenevamo una conquista, arriva dritto al cuore del sistema attaccando il meccanismo democratico, con la proposta di un potere nuovo e diverso, fondato sull’anomalia come necessità. Così l’infezione sta trasformando sotto i nostri occhi non solo i rapporti sociali, affettivi, ma anche le libertà, il lavoro e i diritti: in una parola, la politica. Per questo, se nella pandemia siamo entrati tutti uguali, rischiamo di uscirne diversi.
Ezio Mauro racconta il percorso del virus da quando è nato in Cina a oggi, come se fosse un soggetto sociale, studiandone la tattica, la strategia, il carattere. E intanto riflette su di noi, su come ci stiamo trasformando nel vortice dell’emergenza. Lui e noi
Il relatore
Ezio Mauro è stato direttore di “Repubblica” dal 1996 al 2016. Entrato nel mondo della carta stampata nel 1972 collaborando con la “Gazzetta del Popolo” di Torino, si è occupato soprattutto del terrorismo nero degli anni di piombo. Nel 1981 è passato a “La Stampa” e dal 1988 lavora per “la Repubblica”. Nel 1990 torna a “La Stampa” assumendo l’incarico prima di condirettore, poi di direttore. Ha collaborato con Zygmunt Bauman nella scrittura di La felicità della democrazia. Un dialogo (Laterza 2011) e Babel (Laterza 2015). È autore, tra gli altri, anche di L’anno del ferro e del fuoco. Cronache di una rivoluzione (Feltrinelli 2017), L’uomo bianco (Feltrinelli 2018), Anime prigioniere (Feltrinelli 2019) e Liberi dal male (Feltrinelli 2020).
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